Negli ultimi anni, graze all’evoluzione della tecnologia e delle tecniche chirurgiche, l’intervento di cataratta viene eseguito in Day Surgery e in anestesia locale, con un recupero veloce della vista e la correzione dei principali difetti visivi.
La cataratta è un’opacizzazione del cristallino – la lente che si trova all’interno dell’occhio, dietro l’iride, e che contribuisce a mettere a fuoco le immagini sul piano retinico – nella gran parte dei casi legata fenomeni ossidativi dovuti all’età, ma che in alcuni casi può essere congenita o presentarsi in epoca più precoce a causa di traumi o per l’uso di alcuni farmaci. La diagnosi viene effettuata con una visita oculistica nella quale si valutano l’integrità anatomica della trasparenza del cristallino e della retina e la pressione oculare. L’evoluzione della malattia, infatti, è spesso molto lenta e il paziente si adatta a questo calo della vista senza accorgersi precocemente del progredire della malattia: per questo è buona norma fare visite regolari che tengano monitorati questi parametri. Ma una volta diagnosticata la patologia, quali sono i possibili trattamenti?
“L’unica soluzione ad oggi è l’intervento chirurgico, che tuttavia è molto diverso da quello che era solo fino ad alcuni anni fa” spiega il dottor Natale Di Giacomo, chirurgo oftalmologo presso la clinica Blue Eye, punto di riferimento sul territorio lombardo per gli interventi di cataratta e centro di eccellenza per la chirurgia refrattiva, unico Day Hospital/Day Surgery riconosciuto dalla Region Lombardia dedicato esclusivamente alla Prevenzione, Diagnostica e Cura delle patologie oculari. “La storia della chirurgia della cataratta, infatti, è notevolmente cambiata con gli anni. Se un tempo era un intervento molto invasivo, che comportava una lunga degenza e la necessità di dover utilizzare occhiali molto spessi, oggi, grazie all’evoluzione tecnologica, possiamo eseguire l’operazione senza ricovero, in anestesia locale con solo alcune gocce di collirio, senza dolore e con una ripresa della vista davvero molto rapida.
Strumenti all’ avanguardia, quali ad esempio il femtolaser, ci permettono di programmare le fasi principali dell’intervento al computer e farle eseguire dal laser in pochi secondi, senza l’utilizzo di bisturi e pinze, eseguendo i tagli con una precisione assoluta, sia a livello corneale che nella frantumazione del cristallino, e monitorando ogni fase in tempo reale grazie alla tomografia a coerenza ottica (OCT). Ma non è tutto – prosegue il medico. L’operazione di cataratta può essere, infatti, utilizzata anche a fini refrattivi, ossia per correggere i principali difetti visivi quali miopia, astigmatismo, presbiopia e ipermetropia, inserendo al posto del cristallino opacizzato delle lenti intraoculari, cosiddette Premium, di ultima generazione e personalizzate sulla base dele caratteristiche anatomiche e strutturali dell’occhio e sulle esigenze specifiche di ciascun paziente. Da qui l’importanza, per il chirurgo che deve valutare la programmazione delle nuove lenti ed eseguire l’intervento, di avere il supporto di una struttura d’eccellenza per quanto riguarda sia la strumentazione tecnologica, che deve essere di altissimo livello dal punto di vista diagnostico e intraoperatorio, sia da quello della formazione dell’équipe medica che lo assiste. Presso le strutture più all’ avanguardia come quella in cui opero – conclude Di Giacomo – è possibile inoltre abbinare alla cataratta con lenti premium, soprattutto per le donne, un intervento anti-age di blefaroplastica, così da regalare alla paziente uno sguardo nuovo, scevro non solo dalle lenti ma anche dai segni del tempo”.